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Ashram - dom 05 ottobre 2008

Gli Ashram nascono nel Maggio '97 da un progetto di Sergio Panarella e Luigi Rubino, inizialmente come duo di voce e pianoforte. Con la prima demo, For my sun, nel maggio del '99, si avvalgono delle sonorità profonde del violino di Edo Notarloberti (già ospite al Pompeilab con i Corde Oblique nel luglio 2008) definendo la linea musicale che oggi li caratterizza, creando negli anni musica di forte ispirazione, dai tocchi classici, malinconici e imponenti.
Con Bach come primo punto di riferimento, i componenti del trio napoletano Ashram, impeccabili dal punto di vista tecnico, regalano musica di forte impatto emozionale, estremamente sentita e spirituale.

www.myspace.com/ashramita

LASCIATEVI INVITARE NEL MISTICO ASHRAM

Che sia Wordsworth che attraverso la sua poesia rendeva straordinario la quotidianità o Coleridge e la sua potente immaginazione poetica, gli Ashram, sono legati tra loro da una strana alchimia musicale, che ci riporta inevitabilmente nell’Inghilterra dei secoli scorsi. E il pubblico del Pompeilab ha seguito con attenzione la performance del trio che, con la loro musica pulita, essenziale, accompagnata dalla voce modulata e profonda di Sergio Panarella, e dal piano di Luigi Rubino e il violino di Alfredo Notarloberti, riescono ad essere mediatori tra l’uomo e la musica suggestiva.
Il loro secondo album, Shining Silver skies, li sta portando a suonare più all’estero che in Italia.
La loro canzone, Fairy Wind, è stata usata per un piccolo video, Tiger evolution ends, che riguarda appunto le evoluzioni delle tigri, un progetto in Cina del WWF.

Ascoltando la vostra musica, uno pensa: se ne fregano della moda e di quello che facilmente funziona….
È una scelta avvenuta in maniera abbastanza innaturale, noi ascoltiamo musica non commerciale e automaticamente non la suoniamo. Gli Ashram è un prodotto del tutto genuino, per cui succede che suoniamo semplicemente insieme e, non perché venga elaborato o pensato a priori.

I paragoni a volte si sprecano, ma la vostra musica può essere paragonata ai romanzi inglesi…
Il paragone è perfetto. La nostra musica viene incanalata nel genere chiamato neoclassico. Ma a noi piace definirla neoromantica. Si avvicina molto a quel sentimento della musica romantica di fine ‘800 e inizio ‘900. Dalla musica classica non prendiamo il linguaggio, ma la strumentazione, l’ambiente sonoro e, il tutto riportato in una forma più moderna, che è la canzone. Sicuramente il nostro è uno spirito romantico, per come noi viviamo il gruppo, cioè la musica che esterniamo è molto romantica.

Il vostro disco, Shining Silver Skies, è pubblicato dalla Equilibrium music, etichetta portoghese. Come ci siete arrivati?
È stato uno dei primi contatti che abbiamo avuto all’estero, subito dopo la Prikosnovenie francese che ha prodotto il primo disco. Praticamente, appena registrato il primo disco, la Equilibrium aveva la nostra prima demo, For my sun. Siamo stati a stretto contatto con loro, abbiamo suonato diverse volte in Portogallo ed è diventata anche una bella amicizia.

Pensate anche di farvi distribuire da una major?
La speranza è quella. Attualmente c’è una crisi nel settore, i dischi non si vendono più, per cui i parametri sono totalmente cambiati e, le major hanno dei movimenti più lenti e, indirizzati ad altri obiettivi. Noi crediamo molto nella nostra musica e, pensiamo che potrebbe essere un prodotto perfetto per le major, anche perché è un momento favorevole per questo tipo di musica, e quindi anche un buon investimento. Ma, ovviamente, sono quei colpi di fortuna che magari capitassero.

Ti riferisci ad Einaudi, Allevi?
In realtà loro sono esponenti più pop del nostro genere, però hanno aperto un canale che può esser anche utile per noi che facciamo musica.

Maria and the Violin’s string è il pezzo che sta spopolando su myspace. Come è nato?
È un brano musicale scritto da me, Edo, ed è legato ad una storia personale. All’incontro tra me e mia moglie, Maria, lei è danzatrice e, ci siamo conosciuti tramite il lavoro ad una fiaba, che parlava di un violino che era rimasto senza una corda.

La vostra musica si potrebbe accompagnare anche a delle colonne sonore…
Sarebbe un ottimo sbocco. Abbiamo avuto molti apprezzamenti e contatti tramite myspace da diversi registi. La nostra musica è adatta sia per accompagnare una lettura, un audiolibro o un momento particolare della vita.

For my sun, la prima demo. Chi è il vostro Sole?
Alcuni pezzi, soprattutto degli inizi, sono stati dedicati anche a persone che ci sono state vicine, compagne o amici. For my sun è dedicata ad una ragazza che si chiamava Mariasole. Ad ogni modo, le tematiche sono molto varie, ma sempre molto sognanti e romantiche, con molte metafore con richiamo a fatti reali. Come è evocativa la musica, così lo sono i testi. Ogni testo è legato a qualcosa di particolare, non c’è un argomento unico del quale parlare. La nostra fortuna è avere un gruppo dove poter travasare nella musica, tutto quello che uno prova nella vita.

Da cosa traete ispirazione per la vostra musica…
Varia, perché ha l’apporto di tutti e tre, anche se abbiamo un linguaggio e un’anima comune, che è quella degli Ashram. Tre vite vissute da prospettive diverse, ma con un’anima sola. Credo che i gruppi formati da tre persone, il trio in generale, è una formazione perfetta. Necessariamente sono tre elementi che musicalmente devono dare per forza qualcosa, proprio perché il numero tre è un numero perfetto.

Quali sono i vostri tre elementi del gruppo…
Caratterialmente noi ci differenziamo e ci accomuniamo per diverse cose e, ognuno porta personalmente qualcosa, sia strumentale, attraverso il proprio strumento e, sia emotiva al pezzo che si va a creare.

Ognuno di voi ha anche dei progetti paralleli…
È vero ma, per tutti e tre, Ashram, è veramente l’unico progetto, di tutti quelli di cui facciamo parte, che ci rappresenti in maniera totale. Non solo dal punto di vista musicale, ma anche da quello emotivo, perché fondamentalmente la nostra musica è la conseguenza della nostra unione emotiva.

Cosa ne pensate del Pompeilab e di associazioni come queste che mantengono vive delle band che si affannano per emergere…
È un progetto coraggioso, nonostante i mezzi messi a diposizione sono limitati, ma valorizzati al massimo. Al Pompeilab c’è il rispetto per l’artista, la situazione tecnica è curata professionalmente. Sono delle situazioni rarissime da apprezzare.

Progetti futuri?
Uscirà un nuovo brano che accompagnerà un libro che parla di fate. Stiamo anche lavorando al nuovo album, abbiamo diverse idee, che porterà anche ad un svolta di sonorità. Noi abbiamo dei ritmi molto lenti, perché quando ci vediamo diventa più conviviale l’incontro, visto che siamo tre amici.

Nicola Garofano


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