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Domenica 22 Dicembre ore 18:30 - Ho fatto un sogno. Antologia Onirica, Jota Editore 2013

Ho fatto un sogno è la terza antologia, dopo Liquidi Inversi [2011] e Lavoro Carnivoro [2012] della casa editrice indipendente Jota Editore ( www.jotaeditore.com) Nell'antologia 12 autori. Interverrà Emanuele Bukne. Emanuele Bukne è nato a Taranto il 13 luglio del 1976, dove ha vissuto sino al 1992. Laureatosi in Sociologia all’Università degli Studi di Salerno, collabora in ambito saggistico con il professore Pasquale Iaccio, docente di Storia del Cinema presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Nel 2010, durante l'ennesimo autoesilio bostoniano, ha ideato Jota che ha poi creato al suo ritorno. Da allora ha pubblicato i primi due volumi de La Muchacha que se ahoga in lingua inglese e italiana e preso parte alle antologie Liquidi inversi con il racconto Domani smetto e Lavoro carnivoro con il racconto Disintegration. Per Edizioni Esi (rivista accademica trimestrale) ha pubblicato nel 2012 I demoni di Giuliano Montaldo, saggio tra cinema, storia e letteratura che analizza focalizzandosi su I demoni di Fëdor Michajlovi? Dostoevskij e I demoni di San Pietroburgo di Giuliano Montaldo le fil rouge che lega i moti rivoluzionari russi della prima metà dell'ottocento alla lotta armata degli anni settanta. Il saggio è inoltre arricchito da un'intervista inedita al regista genovese. Redattore del Premio Letterario ZENO, dal 2012 collabora con il magazine online VinylMag e con l'Università degli Studi di Salerno, presso cui tiene lezioni su Cinema e Storia. Attualmente è impegnato nella stesura di un'analisi critica sulla DDR. Sarà presentato, in anteprima, il terzo volume della trilogia “La muchacha que se ahoga” resoconto di una relazione amorosa travagliata, i cui marosi si intrecciano fatalmente (ad intermittenza, come in un percorso carsico) con la precarietà tipica dell'ambiente socio-economico di Napoli e dintorni. Assurge, dunque, a protagonista del racconto lungo, insieme a Ricardo (l'irascibile, passionale, ostinato io narrante della vicenda) l'analisi di un contesto territoriale intessuto di contraddizioni: un sud allo stesso tempo da amare e da odiare, in ogni caso inintelligibile. La sconfitta di Ricardo si configura così, superando i confini del suo essere e della sua relazione con Esteva, come la capitolazione di un intero sistema di idee irrimediabilmente vacillante. Ricardo perde ma non si arrende, incarnazione di una "macchina machinarum" inevitabilmente destinata all'insoddisfazione, pur tuttavia alla ricerca ostinata dell'inesaudibile.

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