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DISCARICA VITIELLO: LA VITTORIA DI PIRRO

L’entusiasmo con cui il sindaco di Boscoreale saluta una promessa fatta da un suo superiore, l’assessore all’ambiente della Regione in quota AN, ci lascia esterrefatti. La non apertura della Cava Vitello, indicata per la prima volta con la legge Berlusconi 123/2008, è una farsa.

La legge non è stata modificata, quindi il sito previsto rimane come una minaccia sempre presente sulle teste delle popolazioni vesuviane e siamo sicuri che al prossimo acuirsi della “crisi” ambientale in Campania, a colpi di deroghe, anche questo buco sarà utilizzato. Si, perché è sotto gli occhi di tutti che la questione “rifiuti” è ancora lontana dall’essere risolta. Dopo le critiche al sistema commissariale avanzate dalla Comunità Europea, che minaccia timidamente il blocco dei 135 milioni di euro destinati alla regione per effettuare bonifiche e raccolta differenziata (ancora soldi?), e l’accusa della stessa CE sulla scelta di luoghi non idonei – tipo Terzigno e Valle della Masseria - per sversare qualsiasi tipo di rifiuto, anche tossico-nocivo, l’uomo delle promesse (l’assessore Romano) è andato ad elemosinare qualche soldino a Bruxelles vendendosi un nuovo Piano regionale “sostenibile” che non esiste ancora e che a suo dire sarà pronto tra 4-6 mesi (chi ci crede?). Dopo 16 anni di emergenze che sono servite soltanto ad ingrassare la politica-mafia di centro-destra e centro sinistra che governa i territori, dopo una pianificazione ultradecennale che lascia sul campo solamente inquinamento e devastazione, dopo che la raccolta differenziata è ancora di là da venire (non c’è controllo sui dati, non c’è trasparenza, tutti sanno che le materie divise vengono trasportate di soppiatto in discarica, non esistono isole ecologiche, si paga ancora la vecchia TARSU, osserviamo micro-discariche sparse dappertutto, non si percepiscono mutamenti per ciò che concerne l’avvio di percorsi culturali tesi alla salvaguardia dell’ecosistema, niente riuso, nessun tentativo di riduzione a monte), dopo aver fatto scomparire più di 3 miliardi di euro di finanziamenti pubblici senza avviare un sito di compostaggio, dopo aver militarizzato intere aree della regione, dopo aver minacciato con pene più dure chiunque si opponesse alle criminali scelte incuranti della salute pubblica, oggi dovremmo festeggiare. Per che cosa?

I fatti ci dicono ben altro: la Cava Vitiello era stata solo prevista dal duo Belusconi-Bertolaso; quello che veramente non si è voluto e non si vuole vedere è la Cava SARI che tutti i giorni ingurgita tal quale, fanghi da depurazione, metalli pesanti, umido, rifiuti tossici, materiali risultanti da bonifiche, amianto, rifiuti ospedalieri e che insieme alla vecchia discarica contamina velenosamente le nostre terre e le nostre vite. Adesso, lo stesso assessore messia parla di allargamento della discarica SARI, svelando così il trucco “nominalistico” e prevedendo per l’area in questione gli stessi quantitativi di munnezza già preventivati (oltre 5 milioni in tutto). E’ qui che è mancato e manca l’impegno suo e di tutta la classe dirigente locale. Il perché è ormai chiaro: questa è una discarica bipartisan, scelta da Prodi e aperta da Berlusconi. Col cavolo che la cricca dei “politicamente corretti” potesse liberamente protestare per l’unico scempio veramente realizzato alle falde del Vesuvio (vulcano attivo!).

Su questa carneficina in atto non c’è stato parco nazionale che tenesse, zona di protezione speciale che servisse, prodotti di pregio che si svalutassero, integrità della salute degli abitanti che dovesse esser difesa. Tutti, la partitocrazia ed il suo codazzo clientelare, hanno messo la testa sotto la sabbia (spazzatura) come gli struzzi per non vedere, per non sentire. Tutti complici. Adesso dovremmo anche rallegrarci? Ringraziare qualcuno che non ha fatto ancora un quarto di nulla?

Niente da fare, non ci convincete: sino a quando la discarica in funzione non sarà chiusa, fino a quando una bonifica radicale di tutto il territorio vesuviano non sarà attuata, fino a quando una politica verso rifiuti zero non sarà patrimonio collettivo, l’intensità del conflitto in atto non potrà che aumentare. Lasciamo a lei e alla politica del “fare business” il macabro rituale di brindare e cantare vittoria sul corpo martoriato ed agonizzante di una terra che ancora presuntuosamente credete di governare.

Essendo consapevoli che la lotta per il ripristino di condizioni accettabili di vivibilità è appena cominciata, chiamiamo cittadini ed abitanti a partecipare alla manifestazione, da noi indetta, per la chiusura immediata della discarica, contro la repressione e per un nuovo diritto alla salute.


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