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IL POLSO DELLA STAMPA

Habermas sostiene che la borghesia europea del diciottesimo secolo abbia inaugurato una nuova modalità di partecipazione alla vita pubblica attraverso nuovi stili comunicativi. Tale cultura si basava innanzitutto su una stampa indipendente, sulla lettura di periodici politici e sulla discussione pubblica. Questo incoraggiò lo sviluppo di una coscienza critica più libera, lontana dalle influenze dello Stato e dalle logiche economiche, permettendo così lo sviluppo dell’opinione pubblica.
giornali2.jpgLa stampa mondiale versa oggi in condizioni difficili, dovute alla crisi economica che ha investito il mondo dei media e soprattutto della carta stampata. Le offerte di vendita e acquisto di immobili o anche di intere testate giornalistiche americane fanno eco in tutto il mondo.
La stampa libera americana è stata da sempre un modello di virtù per le coscienze etiche del giornalismo mondiale ma in queste ore la crisi sta portando con sé cambiamenti significativi nella gestione delle notizie e nella formazione dell’opinione pubblica.
Una stampa libera che dia gli spunti necessari ad alimentare la partecipazione pubblica e la coscienza sociale sono i presupposti su cui si fonda il giudizio critico dei singoli individui a cui, il giornalismo e coloro che si occupano di informazione in generale, dovrebbero fornire gli strumenti necessari per un approccio agli eventi che sia individuale e libero.
“I giornalisti oggi passano carte, riprendono notizie da altri giornali, rubano notizie da internet. Non vanno sui fatti, non controllano le fonti. E, quello che è più grave, mescolano le notizie con citazioni pubblicitarie. Non sono dunque al servizio della realtà, ma di una costruzione "interessata" della realtà”, scrive A. Marrone.
Questi cambiamenti sono stati dettati dal lento, ma inesorabile mescolarsi dell’informazione con la sfera economica e con quella politica. Alcuni servizi giornalistici si confondono con dei messaggi pubblicitari per trasformarsi, in alcuni casi, in delle “marchette” per gratificare il potente di turno.
E se, per il panorama italiano, tale scenario ci appare sconfortante, ma consueto, il fatto che alcuni segnali di cedimento arrivino anche dal paese del “quarto potere” fotografano una situazione preoccupante per l’intera stampa internazionale.

Flavia Pontillo

(www.capitoloprimo.it)


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