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Pompei: la biblioteca di Babele

La biblioteca di Babele

Pompei, città mariana, d’arte e cultura. Analizziamo attentamente questa proposizione che, spesso e volentieri, viene usata come slogan dai nostri politici locali e svisceriamola.
Che Pompei sia una città mariana è palese ed evidente. Flussi di pellegrini intasano, in determinati periodi dell’anno, le strade della nostra amata cittadina e li vediamo lì, a frotte, a rendere omaggio alla Madonna del Rosario e a Bartolo Longo.
Al di là del nostro credo religioso, tutto ciò è molto importante per Pompei dal punto di vista economico anche se, a riguardo, ci sarebbe da parlare per un bel po’ e non è questa la sede idonea.
Andiamo avanti comunque. Città d’arte e cultura. Beh, prendiamo con le pinze quest’affermazione perché è falsa.
Definire Pompei una città “d’arte e cultura” solo per gli scavi archeologici che potrebbero essere il nostro fiore all’occhiello ma che, di anno in anno, diventano più fatiscenti a causa del disinteressamento costante di un’amministrazione pubblica dormiente, è, a dir poco, esagerato e vi spiegherò perché raccontandovi un aneddoto interessante.
Pompei possedeva – e forse possiede ancora ma, al momento, non mi risulta – una biblioteca comunale con una buona collezione di libri, alcuni antichi e di valore, ma che, purtroppo, per vari motivi, sia per la collocazione periferica della stessa e sia per l’assenza di un archivio aggiornato, non era molto frequentata.
Un bel giorno decidono di chiudere la biblioteca comunale e di collocarla al centro. Però il vociferato progetto tarda a realizzarsi e, intanto, centinaia e centinaia di libri giacciono abbandonati nel vecchio cascinale, ultima sede della biblioteca pompeiana.
Veniamo a noi facendo una leggera premessa della promessa che il comune di Pompei aveva fatto ai ragazzi del PompeiLab : una città che non possiede una biblioteca comunale non può essere definita “d’arte e cultura”. Un catalogo di libri consultabile e disponibile consente ad una città intera, composta da bambini, ragazzi, lavoratori, casalinghe e anziani, di crescere a livello culturale e spirituale.
Insomma, prima ho parlato di una “promessa fatta ai ragazzi del PompeiLab dal comune di Pompei”. Vi spiego meglio la questione.
Viste le condizioni in cui versa(va) la biblioteca di Pompei, i ragazzi del PompeiLab pensano di offrire, in maniera totalmente gratuita e volontaria, un servizio alternativo (e non di sostituirsi ad un servizio pubblico) chiedendo al sindaco l’autorizzazione per avere i libri in comodato d’uso gratuito.
Il sindaco dà l’autorizzazione ma, nel momento in cui bisogna prelevare gli scatoloni con i libri, il dirigente tecnico, con un coup de théatre strepitoso, precisa che i volumi non possono essere prelevati perché si trovano in una struttura momentaneamente inagibile.
Riepiloghiamo: alcuni ragazzi hanno impegnato gran parte del loro tempo e delle loro energie per avere un’autorizzazione dal sindaco, la ottengono ma un dirigente tecnico mette loro i bastoni tra le ruote adducendo, come scusa, l’inagibilità della struttura.
La stessa struttura che, fino a un mese prima, aveva offerto un servizio pubblico ai cittadini pompeiani da un momento all’altro, come per incanto, diventa inagibile!?!
Morale della favola: il PompeiLab non ha potuto offrire questo servizio importante, gran parte dei libri sono situati ancora in una struttura pericolosa e, infine, non sappiamo dove verranno collocati questi libri (il Pompeilab comunque si impegna ad offrire una biblioteca ed un servizio di prestito gratuito alla cittadinanza, attivo a breve ndr).
A noi non resta altro che raccontare quest’episodio di incomprensibile politica locale e, magari, adoperare questa simpatica storiella per ricavare dei numeri da giocare al lotto. Buona fortuna!
Francesco Bove


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