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Diritto all'oblio. le norme del pacchetto sicurezza

L'informazione su Internet, per molti aspetti - come quello economico - non è ancora considerata al pari dell'informazione a mezzo stampa. Molto si è detto e tanto è stato scritto a proposito, ma per gli investitori pubblicitari, editori e una parte del mondo dei giornalisti, l'informazione che circola on-line è ancora considerata informazione di serie B. Certo, il pubblico a cui si rivolge e la tipologia delle informazioni trattate non fanno ancora gola a coloro che sperano di ricevere da questa un ingente ritorno economico o di immagine. Ma c'è chi, attento osservatore, crede nel potenziale della rete e nella possibilità che questa diventi la principale fonte di informazione da qui a pochi anni. Allora cosa si fa? Innanzitutto si cerca di "regolamentare" il web ed i suoi strumenti con leggi ad hoc. In questi giorni è stato approvato al Senato - insieme al pacchetto sicurezza - l'emendamento del senatore D'Alia riguardo la "repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet". In pratica, se un qualunque cittadino che magari scrive un blog dovesse invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo, oscurando il sito ovunque si trovi, anche all'estero. L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore pena una sanzione pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000 per i provider e il carcere per i blogger. Ma le novità non sono finite qui. Attualmente c'è una proposta di legge alla Camera intitolata "Nuove disposizioni per la tutela del diritto all'oblio su Internet in favore delle persone già sottoposte ad indagini o imputate in un processo penale", presentata dall'on. Lussana, Lega Nord. "La presente proposta di legge è finalizzata a riconoscere ai cittadini già sottoposti a processo penale il cosiddetto diritto all'oblio su Internet, cioè la garanzia che decorso un certo lasso temporale, le informazioni, immagini e dati riguardanti i propri trascorsi giudiziari non siano più direttamente attingibili da chiunque". Insomma, più che di diritto si tratta di "istigazione" all'oblio da parte delle Istituzioni verso un popolo - quello italiano, appunto - che già di per sé ha la memoria corta.

La proposta di legge della Lussana va dunque a coprire un lasso temporale, quello passato, che non è stato interessato dal disegno di legge Alfano, ora all'esame del Senato, riguardanti le intercettazioni e la possibilità di pubblicare notizie su indagini in corso. Il ddl sulle intercettazioni - a cui saranno apportate delle modifiche dopo il monito arrivato da Napolitano nei giorni scorsi - vieta la possibilità di pubblicare notizie su indagini in corso, siano esse sottoforma di intercettazioni o di atti giudiziari, pena la galera per i giornalisti e una multa per ogni articolo a carico degli editori. La legge, così come è, ha destato molte preoccupazioni da parte del Capo dello Stato e del mondo della stampa italiana - pronta allo sciopero del 13 luglio - ma anche europea, che "giudica grave il divieto imposto ai cittadini di avere accesso alle notizie di pubblico interesse, attraverso misure che violano gli standard dei diritti di cittadinanza stabiliti dalla Corte europea per i diritti umani".

Flavia Pontillo

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